Vaiolo delle scimmie, scatta l'allarme. I casi in Italia e in Europa - QuiCosenza.it

2022-08-08 06:38:53 By : Mr. Gary Lee

L’Organizzazione mondiale della sanità “continua a monitorare la situazione in rapida evoluzione” dopo diversi casi segnalati

ROMA – L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “continua a monitorare da vicino la situazione in rapida evoluzione”. Lo afferma la stessa Oms in relazione ai casi di vaiolo delle scimmie segnalati, a partire dall’inizio di maggio, in Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti. Oggi un caso, e altri due sospetti, sono stati segnalati anche in Italia. Al momento, l’Oms “non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento”.

Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre – ovvero una malattia riguardante gli animali selvatici – con infezioni umane accidentali, che di solito si verificano nelle parti boscose dell’Africa centrale e occidentale. La malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline esalate e dal contatto con lesioni cutanee infette o materiali contaminati. I sintomi (tra cui febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee) possono essere lievi o gravi e le lesioni possono essere molto pruriginose o dolorose. A spiegarlo è l’Oms, a fronte di vari casi segnalati in Europa, Stati Uniti e un primo caso segnalato oggi anche in Italia.

Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. Il serbatoio dell’animale rimane sconosciuto, anche se è probabile che sia tra i roditori. Il contatto con animali vivi e morti attraverso la caccia e il consumo di selvaggina o carne di arbusti sono noti fattori di rischio. Esistono due famiglie di virus del vaiolo delle scimmie: quella dell’Africa occidentale e quella del bacino del Congo (Africa centrale). Sebbene l’infezione da virus del vaiolo delle scimmie dell’Africa occidentale a volte porti a malattie gravi in; alcuni individui, la malattia è solitamente autolimitante. È stato documentato che il tasso di mortalità per la famiglia dell’Africa occidentale è di circa l’1%, mentre per quella del bacino del Congo può arrivare fino al 10%.

Anche i bambini sono a rischio e il vaiolo delle scimmie durante la gravidanza può portare a complicazioni, vaiolo delle scimmie congenito o mortalità alla nascita. I casi più lievi di vaiolo delle scimmie possono passare inosservati e rappresentare un rischio di trasmissione da persona a persona. È probabile che ci sia poca immunità all’infezione in coloro che viaggiano o sono altrimenti esposti, poiché la malattia endemica è normalmente geograficamente limitata a parti dell’Africa occidentale e centrale. Storicamente, la vaccinazione contro il vaiolo ha dimostrato di essere protettiva contro il vaiolo delle scimmie. Sebbene un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati per il vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, queste contromisure, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili e le popolazioni di tutto il mondo di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficiano più della protezione offerta da precedenti programmi di vaccinazione contro il vaiolo.

In Gran Bretagna è stata osservata una trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie nell’ambito della comunità gay, tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Lo rileva l’Oms, sottolineando che sempre in Gran Bretagna “contatti sessuali e i luoghi visitati (ad esempio saune, bar e club) sono attivamente oggetto di indagine per quattro casi” osservati nella comunità Gbmsm (Gay, bisessuali, uomini che fanno sesso con uomini). Il 13 maggio 2022, all’OMS sono stati notificati due casi confermati in laboratorio e un probabile caso di vaiolo delle scimmie, provenienti dalla stessa famiglia, nel Regno Unito. Il 15 maggio, sono stati segnalati altri quattro casi confermati in laboratorio tra i partecipanti ai servizi di salute sessuale che presentavano una malattia da rash vescicolare e in gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini.

Come misure di risposta, è stato istituito un team per coordinare gli sforzi di tracciamento dei contatti. Contrariamente ai casi sporadici con collegamenti di viaggio verso paesi endemici, rileva l’Oms, “nessuna fonte di infezione è stata ancora confermata. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, l’infezione sembra essere stata acquisita localmente nel Regno Unito. L’entità della trasmissione locale non è chiara in questa fase e vi è la possibilità di identificare ulteriori casi”. Il 15 maggio, all’OMS sono stati notificati altri quattro casi confermati in laboratorio, tutti identificati tra GBMSM che frequentavano i servizi di salute sessuale e presentavano un’eruzione cutanea vescicolare.

In relazione ai casi segnalati di vaiolo delle scimmie, le autorità sanitarie del Regno Unito hanno istituito un team di gestione per coordinare l’ampio tracciamento dei contatti e la vaccinazione viene offerta ai contatti ad alto rischio. Lo comunica l’Organizzazione mondiale della sanità. Il tracciamento dei contatti è attualmente in corso nelle strutture sanitarie e nella comunità per coloro che hanno avuto contatti con i casi confermati. I contatti vengono valutati in base al loro livello di esposizione e seguiti tramite sorveglianza attiva o passiva per 21 giorni dalla data dell’ultima esposizione a un caso.

Nessuna fonte di infezione è stata ancora confermata in Gran Bretagna, rileva l’Oms, né per i casi iniziali individuati all’interno di una stessa famiglia né per i cluster nella comunità GBMSM (Gay, bisessuale, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini). Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, afferma l’Oms, “l’infezione sembra essere stata acquisita localmente nel Regno Unito. L’entità della trasmissione locale non è chiara in questa fase e vi è la possibilità di identificare ulteriori casi”. L’Oms avverte che misure intensive di salute pubblica “dovrebbero continuare nel Regno Unito”. Oltre al tracciamento dei contatti in corso, afferma, “la ricerca dei casi e la sorveglianza locale delle malattie da eruzione cutanea dovrebbero essere rafforzate nella comunità GBMSM (gay, bisessuali, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) e nella comunità più ampia, nonché nelle strutture sanitarie primarie e secondarie”.

Qualsiasi paziente con sospetto vaiolo delle scimmie, sottolinea ancora l’Oms, “deve essere indagato e isolato con cure di supporto durante i periodi infettivi presunti e noti, cioè rispettivamente durante gli stadi prodromici e rash della malattia”. Il “tracciamento tempestivo dei contatti, le misure di sorveglianza e la sensibilizzazione degli operatori sanitari, comprese le cliniche di salute sessuale e dermatologia, sono essenziali per prevenire ulteriori casi secondari e una gestione efficace dell’attuale focolaio. Inoltre – conclude l’Organizzazione mondiale della sanità – può essere presa in considerazione l’adozione di contromisure farmaceutiche nell’ambito di protocolli sperimentali”.

Si stanno monitorando attentamente i casi di vaiolo delle scimmie segnalati in Italia e che sarebbero al momento pochi ed il ministero della Salute ha allertato le Regioni per un tracciamento degli eventuali casi. Anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha attivato una task force per seguire al meglio l’evoluzione della situazione. Al momento nel nostro Paese non si registra una situazione di allarme ed il quadro è sotto controllo”. A dirlo all’Ansa è Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss.

“Attualmente la situazione è sotto controllo e in questo momento in Italia non abbiamo una situazione di allerta in relazione ai casi segnalati di vaiolo delle scimmie. Raccomandiamo però prudenza nei contatti stretti o sessuali – dichiara Palamara – che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili”. L’Istituto, sottolinea, “ha messo in allerta le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare la situazione nazionale”.

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la Puglia si conferma prima per qualità delle acque di balneazione (eccellenti al 99%), seguita da Sardegna (97,6%) e Toscana (96%)

COSENZA – Per il secondo anno consecutivo, la Puglia si conferma prima in Italia per qualità delle acque di balneazione (eccellenti al 99%), seguita da Sardegna (97,6%) e Toscana (96%). Le acque marine della Calabria fanno registrare l’85% di qualità davanti alla Campania (84%). È quanto emerge dal lavoro di controllo e monitoraggio condotto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, la rete che coordina le varie Agenzie regionali per l’ambiente presenti sul territorio nazionale tra cui l’Arpa Puglia.

I dati del quadriennio 2017-2020 – pubblicati sui siti delle diverse Arpa/Appa, sul portale acque del Ministero della Salute e dalla Agenzia Europea dell’ambiente, che ha realizzato anche una mappa interattiva – hanno portato al giudizio che resterà in vigore per tutta la stagione balneare 2021: da scarso (meno del 2% dei casi) a eccellente, ogni singolo tratto di costa mantiene per tutta l’estate la classificazione che testimonia il recente andamento di quel tratto.  Discorso diverso invece per la balneabilità durante tutto il periodo estivo: raccolti e analizzati in laboratorio almeno una volta al mese, i campioni  prelevati servono a verificare l’assenza o la presenza (sopra una certa soglia) di due parametri, Escherichia coli ed enterococchi intestinali.

Tornando alla classificazione e al sistema di controllo, sono sei le regioni italiane con oltre 300 punti di balneazione da gestire: Liguria, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. A livello nazionale, la maggior parte delle regioni presenta quest’anno quasi il 90% di acque in classe eccellente; sommando anche le buone, il 90% viene superato praticamente ovunque, arrivando a livello nazionale al 94%. I controlli sulle acque di balneazione riguardano anche laghi e (in pochi casi) fiumi, dove alcune regioni raggiungono addirittura il 100% di acque eccellenti.

Il lavoro di controllo e monitoraggio condotto dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente scaturisce dalla direttiva comunitaria 2006/7/CE, che stabilisce le regole della classificazione in tutta la Comunità Europea delle acque di balneazione nelle quattro classi di qualità (eccellente, buona, sufficiente e scarsa).

Nell’ambito dei controlli della balneazione si svolge anche il monitoraggio che riguarda le alghe potenzialmente tossiche, presenti negli ambienti acquatici: la loro ricerca serve anche per capire eventuali correlazioni con il riscaldamento globale. Sono organismi unicellulari che vivono soprattutto in specifici punti a scarso ricambio idrico, caratterizzati da piccole insenature, presenza di scogli, ciottoli, barriere artificiali, oltre ad altre macroalghe. I cianobatteri, ricercati anche nelle acque di balneazioni lacustri, e lungo le coste marine in particolare Ostreopsis ovata, possono, in particolari condizioni favorevoli, dare luogo ad evidenti fioriture – i cosiddetti bloom – fenomeni di riproduzione esponenziale fino a milioni di cellule per litro d’acqua.

Viaggiare informati, controllare l’auto, riposare se si è stanchi. Ecco alcuni preziosi consigli per recarsi nei luoghi di vacanza in assoluta sicurezza

COSENZA – Che sia di breve durata, lunga o un mordi e fuggi, per i loro viaggi gli italiani continuano a scegliere l’auto per spostarsi e raggiungere le mete di villeggiatura. E allora, per tutti quelli che stanno per mettersi in auto, ecco pochi ma importanti accorgimenti possono salvare le nostre vacanze che certamente inizieranno dal mettersi in viaggio. Per questi motivi è consigliabile innanzitutto controllare il proprio veicolo prima di partire per un viaggio: in particolare pressione degli pneumatici, efficienza delle luci, livelli di olio e acqua. Altri suggerimenti:

Viaggia informato Preparati consultando il meteo e il calendario con i giorni critici, nei quali i tempi di percorrenza potranno essere maggiori della norma: saperlo ti aiuterà ad affrontare il viaggio in modo più sereno e valutare eventuali percorsi alternativi.

Non guidare dopo aver bevuto No alcool: se bevi non guidi e se guidi non bevi. L’assunzione di sostanze alcoliche provoca gravi effetti sull’organismo umano, che risultano particolarmente insidiosi per chi si pone alla guida di un veicolo, andando ad incidere sulla prontezza dei riflessi e lo stato di vigilanza.

Non guidare sotto l’effetto di droghe Gli stupefacenti cambiano la tua condizione psico-fisica. Oltre a non rispettare le regole, alla guida metti in pericolo te stesso e gli altri.

Metti la cintura e assicura i bambini nei seggiolini Prima di partire indossa la cintura di sicurezza e falla allacciare agli altri passeggeri, anche quelli nei sedili posteriori; fino a 1,50 metri di altezza assicura i bambini con seggiolini e adattatori.

Non eccedere i limiti di velocità Quanto di vero c’è in un detto popolare “Chi va piano, va sano e va lontano”! Non correre, per non correre rischi

Viaggia sulla destra Circola sempre sulla corsia libera più a destra, utilizza quella veloce solo per il sorpasso e rientra appena possibile su quella che stavi percorrendo.

Mantieni la distanza di sicurezza Mantieni sempre la distanza di sicurezza dal veicolo che precede, ti consentirà di avere spazio sufficiente per fermarti, in caso di emergenza, senza rischio di tamponamenti.

Fermati se sei stanco Ai primi cenni di stanchezza o sonno, fermati: l’unico sistema che ti permetterà di recuperare le energie psicofisiche e continuare il viaggio in sicurezza è fare una sosta, anche breve, in area di servizio.

Non distrarti mai alla guida Sono tre i tipi di distrazione da evitare quando si conduce un veicolo: visiva (non guardare la strada), cognitiva (non porre attenzione alla guida) e manuale (avere le mani impegnate).

Pubblicate le Linee guida anti-covid dall’Istituto Superiore di Sanità per la riapertura delle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione

COSENZA – Mascherine Ffp2 per i fragili (personale e studenti), igiene e sanificazioni, ricambi d’aria frequenti. E in caso di aumento del rischio per una nuova crescita dei casi Covid misure più stringenti come il ritorno del distanziamento, i turni a mensa ecc… Sono alcune delle indicazioni contenute nelle linee guida Covid-19 per la riapertura delle scuole. Il documento, che riguarda le scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione, è stato messo a punto da Iss, con i ministeri della Salute e dell’Istruzione e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, e propone, da un lato, misure standard di prevenzione per l’inizio dell’anno scolastico che tengono conto del quadro attuale, dall’altro, ulteriori interventi da modulare progressivamente in base alla valutazione del rischio e al possibile cambiamento del quadro epidemiologico.

Un doppio ‘livello’ che, si spiega “consente al sistema un’adeguata preparazione e un’attivazione rapida delle misure al bisogno”. Il documento individua come possibili misure di prevenzione di base per la ripresa scolastica: Permanenza a scuola consentita solo senza sintomi/febbre e senza test diagnostico per la ricerca di SARS-CoV-2 positivo. Igiene delle mani ed etichetta respiratoria, utilizzo di dispositivi di protezione respiratoria (FFP2) per personale scolastico e alunni che sono a rischio di sviluppare forme severe di COVID-19, sanificazione ordinaria (periodica) e straordinaria in presenza di uno o più casi confermati, strumenti per gestione casi sospetti/confermati e contatti; ricambi d’aria frequenti.

Il documento individua come possibili ulteriori misure di prevenzione sulla base di eventuali esigenze di sanità pubblica e di cambiamenti del quadro epidemiologico: Il distanziamento di almeno 1 metro (ove le condizioni logistiche e strutturali lo consentano); precauzioni nei momenti a rischio di aggregazione; aumento della frequenza di sanificazione periodica; gestione di attività extracurriculari, laboratori, garantendo l’attuazione di misure di prevenzione; mascherine chirurgiche, o FFP2, in posizione statica e/o dinamica (da modulare nei diversi contesti e fasi della presenza scolastica); concessione palestre/locali a terzi con obbligo di sanificazione; somministrazione dei pasti nelle mense con turnazione e consumo delle merende al banco. A quasi tre anni dall’inizio della pandemia le misure restano pressochè identiche mentre l’installazione di impianti per il ricambio dell’aria, novità che doveva essere introdotta nelle aule, resta un traguardo ancora da raggiungere. Nella gran parte delle aule scolastiche, infatti, il ricambio continuerà ad avvenire aprendo le finestre: nonostante gli annunci arrivati da più parti, infatti, le scuole non dispongono di fondi specifici per installare gli impianti di aereazione.

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