Per Beauty scatta la gara di solidarietà: "ha già ricevuto diverse offerte di lavoro" - QuiCosenza.it

2022-09-24 02:42:51 By : Ms. Jackie Guo

Mentre la Procura indaga per lesioni, minacce e furto, la giovane nigeriana che ha una bimba di 4 anni, ha ricevuto tanta solidarietà e anche diverse offerte di lavoro

SOVERATO (CZ) – Beauty David, 25 anni, nigeriana d’origine ma ormai da anni in Calabria, vive in un comune limitrofo a Soverato da 5 anni ed ha una bimba di 4 anni. La Procura indaga sull’aggressione subita e sono in corso delle valutazioni contabili sul suo contratto. L’avvocato che la difende spiega che “gli inquirenti stanno vagliando i dati relativi al contratto e dell’accordo verbale tra le due parti. Alla ragazza è stato inviato un bonifico di 200 euro quando era stato pattuito un compenso di 600 euro”.

Alla base della protesta della giovane e della successiva aggressione c’è stato proprio il mancato pagamento della somma rimanente. A seguito della reazione del datore di lavoro davanti alla richiesta di pagare quanto pattuito, Beauty, precisa il legale a seguito di quanto accaduto, “ha riportato una lesione alla mano, testimoniata da un’unghia sanguinante, contusioni alla spalla e strappo del cuoio capelluto”.

Se da un lato il gesto del titolare è stato fermamente condannato dall’altro si registra una vera e propria gara di solidarietà nei confronti di Beauty che ha ricevuto offerte di lavoro e di sostegno. A sottolinearlo è ancora l’avvocato Filomena Pedullà: “Sono tante e si stanno moltiplicando – aggiunge il legale – le offerte di occupazione pervenute per mio tramite a Beauty a distanza di poche ore dalla diffusione della notizia. Un coro di disponibilità, anche immediate, provenienti non solo da questa zona ma anche dal resto della Calabria”. Da cinque anni in Italia, Beauty, con la propria bambina, vive in un comune del litorale ionico catanzarese non distante da Soverato.  

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La Corte di cassazione ha disposto l’annullamento della condanna a 30 anni di reclusione per Alfonso Brandimarte accusato di avere ucciso Francesco Bagalà

REGGIO CALABRIA – La prima sezione penale della Corte di cassazione ha disposto l’annullamento della condanna a 30 anni di reclusione che era stata inflitta nel maggio del 2021 dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria nei confronti di Alfonso Brandimarte, di 45 anni, accusato di avere ucciso nel dicembre del 2012 a Gioia Tauro Francesco Bagalà, di 22 anni. L’annullamento é stato deciso in accoglimento del ricorso presentato dai difensori di Brandimarte, gli avvocati Giuseppe Fonte e Valerio Vianello.

Per l’omicidio di Bagalà la Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria aveva già assolto Giuseppe Brandimarte, di 51 anni, fratello di Alfonso, e Davide Gentile, di 33, ribaltando la condanna all’ergastolo disposta a loro carico in primo grado nel 2020. Secondo l’accusa, il movente dell’omicidio di Bagala’ sarebbe stato da collegare ad una vendetta per il tentato omicidio dello stesso Giuseppe Brandimarte, che era avvenuto nel 2019. Tesi di cui i difensori dei fratelli Brandimarte e di Davide Gentile hanno sempre contestato la fondatezza.

La seconda moglie, Maria Pia Tropepi “Amedeo voleva essere cremato a Dubai”. Il figlio Athos”morte poco chiara, chiedo sia rimpatriato”

CATANZARO – E’ stato al centro delle polemiche da vivo e divide da morto. Il decesso di Amedeo Matacena, avvenuto a Dubai, dove l’ex deputato di Forza Italia era latitante dopo la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, sta provocando, infatti, uno scontro tra le varie anime della sua famiglia. La seconda moglie, Maria Pia Tropepi, sposata da Matacena a Dubai e in attesa di due gemelli, infatti, è intervenuta per replicare ad uno dei due figli di Matacena, Athos, avuto dall’armatore dal matrimonio con Chiara Rizzo. Athos, nei giorni scorsi, aveva chiesto il rientro della salma del padre in Italia. La donna è intervenuta per evidenziare che il desiderio del marito era di essere cremato a Dubai e che sulla vicenda sarebbe in atto un conflitto di interessi. Maria Pia Tropepi inizia la sua nota partendo dal decesso di Matacena.

“Le cause – afferma – sono state certificate dal nosocomio degli Emirati Arabi presso il quale Amedeo è giunto ancora vivo, accompagnato dal personale sanitario che ho allertato appena mio marito é stato colto dal malore. Amedeo Matacena era da tempo e notoriamente affetto da cardiopatia ed è stato stroncato da un infarto del miocardio”. Quindi entra nel merito della scelta di provvedere alla cremazione della salma del marito negli Emirati Arabi Uniti: “Solo per il profondo amore che ci legava – dice Maria Pia Tropepi – intendo dare esecuzione alle sue volontà, tutelando, in ogni sede, sia i miei diritti di vedova che, soprattutto, quelli dei nostri figli che stanno per arrivare”. “Nonostante questo mio momento di lutto – afferma ancora la moglie di Matacena – la vicenda sta assumendo strani toni. Motivo per cui lo studio legale Hamdan Al Kaabi, che mi rappresenta negli Emirati Arabi Uniti, ha già provveduto a trasmettere la dovuta documentazione e le necessarie informazioni al Consolato Italiano a Dubai allo scopo di prevenire eventuali azioni che vanno contro la volontà di Amedeo”. La donna sostiene poi che i parenti del marito, “con i quali avevo pubblicamente interrotto – dice – ogni rapporto, stanno addirittura cercando di avanzare dubbie richieste, contro ogni norma legale e di buon senso che si applichi sia in Italia che negli Emirati”. Motivo per il quale, conclude, “sarà compito delle autorità locali, le uniche che vantano il possesso di ogni necessario documento, stabilire quale sarà, secondo la legge locale, la sorte che dovrà avere il corpo senza vita di Amedeo Raniero Matacena”.

“In merito alla morte di mio padre, Amedeo Gennaro Raniero Matacena, in qualità di primogenito intendo affermare la mia personale iniziativa per il rientro in Italia della sua salma integra. Iniziativa che è stata già avanzata alle autorità competenti. A tal proposito, intendo ribadire l’assoluta priorità di tale iniziativa rispetto a tutti coloro che, a vario titolo, stanno intervenendo in questi giorni circa il destino della salma di mio padre. Vorrei, inoltre, esprimere la mia personale vicinanza a tutti i componenti della famiglia Matacena». E’ quanto afferma in una dichiarazione all’Ansa, Athos Matacena, figlio dell’ex deputato di Forza Italia, morto a Dubai dove viveva da dieci anni dopo essere stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, e dell’annunciatrice televisiva Alessandra Canale.

Restano invariati i nuovi contagi da coronavirus in Calabria dove sono stati processati +3.297 tamponi. Tasso di positività al 17,32%

CATANZARO – Nuovi contagi da coronavirus in stallo in Calabria, (+571 rispetto ai 570 di ieri) mentre aumenta, sia pure lieve, il tasso di positività, dal 16,30 al 17,32%.Quattro nuovi decessi (ieri ce n’era stato soltanto uno), con il totale che raggiunge quota 3.001, ed un ricovero in più nelle rianimazioni (cifra complessiva sei), mentre scendono di tre unità quelli nei reparti ordinari (totale 115).

Sono questi i dati principali dell’incidenza del Covid in Calabria riportati nel Bollettino redatto dalla Regione sulla base delle comunicazioni dei Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali. Sono stati effettuati 3.297 nuovi tamponi (totale 3.759.687). I nuovi guariti sono 878 (totale 512.065), gli attualmente positivi 37.879 (-311) e gli isolati a domicilio 37.758 (-309).

Territorialmente, dall’inizio dell’epidemia, i casi positivi sono così distribuiti

Catanzaro: casi attivi 2.464 (19 in reparto, 3 in terapia intensiva, 2.442 in isolamento domiciliare); casi chiusi 91.787 (91.407 guariti, 380 deceduti). – Cosenza: casi attivi 30.508 (58 in reparto, uno in terapia intensiva, 30.449 in isolamento domiciliare); casi chiusi 127.034 (125.738 guariti, 1.296 deceduti). – Crotone: casi attivi 398 (4 in reparto, 0 in terapia intensiva, 394 in isolamento domiciliare); casi chiusi 54.896 (54.631 guariti, 265 deceduti). – Reggio Calabria: casi attivi 1.755 (19 in reparto, uno in terapia intensiva, 1.735 in isolamento domiciliare); casi chiusi 188.543 (187.687 guariti, 856 deceduti). – Vibo Valentia: casi attivi 603 (13 in reparto, 0 in terapia intensiva, 590 in isolamento domiciliare); casi chiusi 48.047 (47.861 guariti, 186 deceduti)

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