Galliate, Ludovica Visciglia morta sulla giostra ha sbattuto la testa contro un albero - la Repubblica

2022-09-10 02:09:34 By : Ms. Tina Wang

Potrebbe aver sbattuto la testa contro un albero, troppo vicino alla giostra. È questa la nuova ipotesi che si è affacciata agli investigatori che oggi hanno fatto un nuovo sopralluogo per fare chiarezza su quanto accaduto a Ludovica Visciglia, la quindicenne di Trecate morta mentre era con gli amici sul Tagadà al lunapark di Galliate, nel Novarese.

E c’è un video, girato da una persona che era fuori dalla giostra e consegnato agli investigatori, che avalla questa ipotesi. Si vede che la ragazza si trova al centro del disco e balla nelle prime fasi della corsa, quando la velocità è bassa, ma quando il movimento aumenta lei va a sedersi sulle panche, senza più alzarsi, reggendosi con le mani sulle sbarre alle sue spalle. La giostra gira vorticosamente e gli amici sembrano non accorgersi di nulla, tanto che quando si ferma e lei si accascia a terra, si sente una voce: “Ma è svenuta”. In realtà c’era già sangue ovunque, le condizioni della ragazza erano già disperate, nonostante i tentativi del proprietario del Tagadà di rianimarla.

Gli amici dunque non si sarebbero accorti che la ragazza aveva sbattuto la testa. Non avrebbero potuto vederlo perché questo è successo alle spalle di Ludovica, che si sarebbe sporta all’indietro inarcando la schiena in uno dei momenti di massima velocità. Ma resta l’assurdo di non prevedere la pericolosità di due alberi così vicini a una giostra.

Il Tagadà era stato posizionato in una parte della piazza principale di Galliate, tra la chiesa e il castello, incuneato tra due piante. Una posizione scelta con la polizia locale prima dell’inaugurazione di sabato, senza badare troppo ai due tronchi a poche decine di centimetri dal disco rotante. Oggi la scientifica dei carabinieri ha cercato tracce biologiche sull’albero e, se questa ipotesi venisse confermata, la procura di Novara potrebbe iscrivere nuovi nomi nel registro degli indagati.

Al momento sono iscritti per omicidio colposo il titolare della giostra e il figlio diciassettenne, che era ai comandi. E occorre capire il ruolo anche di altre figure, come il collaudatore che ha esaminato il corretto montaggio della giostra prima dell’inaugurazione di sabato. 

Questa nuova spiegazione potrebbe dare delle risposte anche agli altri giostrai che erano a Galliate, increduli di fronte a questa tragedia. “Il Tagadà non è una giostra per bambini piccoli, ma non è certo un’attrazione estrema”, spiega Berto Claudi, organizzatore di lunapark in tutto il nord Italia, incluso quello di Galliate. Si tratta di un disco inclinato tra i 20 e i 45 gradi perché il pubblico possa vedere come i passeggeri riescono a resistere a una velocità che può variare, a discrezione del manovratore, tra i 10 e i 14 giri al minuto, in entrambe le direzioni e anche sobbalzando. 

È una velocità considerata non estrema, tanto che non ci sono cinture di sicurezza né sbarre (come per le seggiovie) né altri sistemi per tenere i giovani passeggeri ancorati ai divanetti, che stanno lungo la circonferenza del disco. “Sono sedili imbottiti, non ci sono sporgenze né braccioli che potrebbero diventare pericolose quando la macchina inizia a muoversi”, spiegano i giostrai.

Certo è che quando il giostraio fa partire il motore - in questo caso era il figlio del titolare, 17 anni, che era in cassa assieme al papà - è possibile che qualche passeggero scivoli dal divanetto e cada a terra. Ma soprattutto accade - ed è pieno il web di video che lo mostrano - che i ragazzi si alzino in piedi e si mettano al centro del piatto della giostra per sfidare la macchina e cercare di tenere l’equilibrio e reggersi in piedi, come fosse una sorta di rodeo meccanico. “A quel punto il gestore dell’impianto dovrebbe fermare la corsa fino a quando i ragazzi non sono tutti seduti”, spiegano i gestori delle giostre.

L’inchiesta della magistratura in ogni caso dovrà accertare se vi sia un guasto tecnico alla base dell’incidente. Le giostre, in generale, hanno una vita molto lunga, anche alcune decine di anni. “Pochi possono permettersene una nuova - spiega Berto Claudi - Ma c’è un grande giro dell’usato”. E in effetti sono molti gli annunci che offrono Tagadà per poche decine di migliaia di euro, prezzi variabili a seconda delle condizioni e della vetustà dei mezzi. “In ogni caso ogni anno si deve effettuare una revisione annuale fatta con tecnici esperti e c’è un collaudo anche ogni volta che, dopo aver trasportato la giostra sui tir, la si rimonta in qualche festa”, chiarisce Claudi. 

Tutti i giostrai da sabato sera si sono stretti attorno alla famiglia di colleghi, molto conosciuti nell’ambiente e titolari di tre giostre. “Anche noi vorremmo capire come è accaduto - dicono gli amici - Su quell’attrazione si possono battere delle sederate, ci si può fare al massimo qualche livido se ci si alza e si cade. Ma nessuno di noi aveva mai immaginato che potesse morire qualcuno”.